Salve,
nella scuola è presente un alunno con un evidente adhd. Cosa può fare la scuola per tutelare l'insegnante?
Nel caso in cui l'alunno diventi ingestibile cosa può fare la scuola?
Avrei necessità di stilare un protocollo per questi alunni, sapete dirmi gli elementi essenziali che tale documento deve contenere?
Ringrazio anticipatamente e rimando in attesa di notizie.
Saluti

Risposta

Per gli alunni con diagnosi di ADHD, Disturbi del Linguaggio, Disturbi della coordinazione motoria o non-verbali FIL, la scuola, attraverso il team dei docenti o il consiglio di classe, è in grado di decidere in maniera autonoma, “se” utilizzare, o meno, lo strumento del PDP, in caso non lo utilizzi occorre verbalizzare le motivazioni, infatti la scuola può intervenire nella personalizzazione in tanti modi diversi, informali o strutturati, secondo i bisogni e la convenienza. […] il Consiglio di Classe è autonomo nel decidere se formulare o non formulare un Piano Didattico Personalizzato con eventuali strumenti compensativi e/o misure dispensative, avendo cura di verbalizzare le motivazioni della decisione (Piano Didattico Personalizzato, Nota Ministeriale MIUR del 22/11/2013, n°2363).

A fronte di una diagnosi clinica che presenta un quadro di criticità dell’area cognitiva o di ADHD si consiglia fortemente di adottare un PDP, altrimenti il consiglio di classe, come precedentemente sottolineato, se non evidenzia fondate motivazioni contrarie all’adozione del piano didattico personalizzato, potrebbe incorrere nel rischio di vedersi promuovere da parte dei genitori degli studenti interessati un ricorso per vie giudiziali per non aver adottato tutte le misure compensative e dispensative possibili atte a sostenere uno studente in condizioni di svantaggio psicologico e cognitivo.

A tal fine le scuole possono adottare tutte le forme di flessibilità che ritengono opportune (DPR.275/99, art. 4, c.2) per favorire percorsi personalizzati adatti alle capacità di ciascuno. «Le finalità della scuola devono essere definite a partire dalla persona che apprende (…) le strategie didattiche devono sempre tener conto della singolarità e della complessità di ogni persona, delle sue capacità, delle sue fragilità nelle diverse fasi di sviluppo» (Indicazioni nazionali per il curricolo, 2012). A titolo esemplificativo si consiglia di: assegnare tempi più lunghi tutte le volte che è richiesto dalle condizioni funzionali o di contesto; la riduzione per numero o dimensioni delle verifiche proposte se non è possibile assegnare tempi aggiuntivi; adattamento della tipologia di prova: colloquio orale anziché prova scritta, a domande chiuse anziché aperte, verifiche strutturate (domande a risposta multipla, vero/falso, testo a completamento etc.) o semistrutturate etc.; ricorso a interventi di assistenza o supporto di vario tipo, più o meno determinanti nell'esito della prestazione, secondo i casi; uso di strumenti compensativi; uso di sistemi di compensazione tra modalità diverse di verifica, in particolare tra scritto e orale, tra una prova strutturata e non strutturata etc.