Le prove INVALSI 2025 hanno visto un’ampia partecipazione da parte delle scuole italiane: oltre 11.500 istituti coinvolti e circa 2,5 milioni di studenti distribuiti tra scuola primaria, secondaria di primo grado e secondaria di secondo grado. Grazie alla collaborazione tra scuole, Ministero e INVALSI, si è ottenuto un quadro molto rappresentativo dello stato dell’istruzione italiana.

Il tasso di dispersione scolastica esplicita (ELET) continua a scendere: nel 2025 si è attestato al 10,2 %, in netto miglioramento rispetto al 12,7 % del 2021. Questo significa che l’Italia ha raggiunto l’obiettivo del PNRR con un anno di anticipo. L’obiettivo europeo di portare il tasso sotto il 9 % entro il 2030 ora sembra realistico. Tuttavia, rimane alta la preoccupazione per la dispersione implicita, ovvero quella parte di studenti che completano il percorso scolastico senza aver realmente acquisito le competenze fondamentali.

Nella seconda primaria (classe II), il livello di competenze in italiano e matematica si mantiene stabile: circa il 66-67 % degli alunni raggiunge il livello base. Nella quinta primaria (classe V), in italiano il 75 % degli alunni raggiunge livelli adeguati, mentre in matematica si registra un leggero calo (dal 68 % al 66 %). In inglese, la prova di Reading ha visto un calo dal 95 % al 91 %, mentre il Listening si è mantenuto stabile all’86 %.

In terza media, il 59 % degli studenti raggiunge risultati adeguati in italiano (in lieve calo rispetto al 2024), e il 56 % in matematica. In inglese, si registrano lievi miglioramenti sia nella comprensione scritta (Reading 83 %) sia in quella orale (Listening 70 %). Questi dati rappresentano un progresso costante rispetto agli anni passati, ma restano marcate le differenze territoriali, in particolare tra Nord e Sud Italia.

Nella seconda superiore, il 62 % degli studenti raggiunge risultati adeguati in italiano, dato stabile rispetto al 2024. In matematica, invece, si osserva un leggero calo, passando dal 55 % al 54 %. Anche in questo ordine scolastico, le disuguaglianze territoriali e sociali restano un fattore critico, soprattutto nel Mezzogiorno.

Il fenomeno della dispersione implicita è in lieve aumento, con l’8,7 % degli studenti che, pur completando il percorso scolastico, non raggiunge competenze minime. Questo problema si concentra soprattutto nelle regioni del Sud e tra gli studenti più fragili. Tuttavia, si registrano segnali positivi in alcune aree del Mezzogiorno (come Puglia, Basilicata e Calabria), dove sono stati attuati progetti educativi mirati e di lungo termine.I dati INVALSI 2025 offrono luci e ombre: da un lato, la riduzione della dispersione scolastica esplicita è un segnale molto positivo. Dall’altro, il lieve peggioramento in alcune prove e la crescita della dispersione implicita indicano che c’è ancora molto lavoro da fare per garantire un’istruzione equa e di qualità. Le politiche educative devono proseguire con attenzione, partendo già dalla scuola dell’infanzia e puntando a colmare i divari territoriali e sociali.