L’anno scolastico 2025/2026 segna una svolta importante per la Carta del Docente, il bonus che dal 2015 rappresenta uno dei principali strumenti di aggiornamento professionale degli insegnanti. Con un emendamento approvato nell’ambito del decreto scuola, il legislatore ha introdotto una significativa restrizione: l’acquisto di dispositivi hardware e software sarà consentito solo una volta ogni quattro anni, anziché liberamente ogni anno come avveniva in passato.
La misura, che nasce dall’esigenza di razionalizzare la spesa pubblica e di prevenire abusi o utilizzi impropri, incide profondamente sulla libertà di gestione del bonus da parte dei docenti. Finora, infatti, i 500 euro accreditati annualmente sulla piattaforma ministeriale potevano essere utilizzati anche per acquistare computer, tablet, stampanti o altri strumenti tecnologici funzionali alla didattica digitale, senza vincoli di periodicità. Con la nuova disposizione, l’acquisto di hardware o software sarà possibile solo alla prima erogazione utile e poi a distanza di quattro anni dalla precedente operazione analoga.
La ratio della riforma risiede nella volontà di rendere l’investimento tecnologico più “strategico” e meno episodico. Il Governo punta a orientare la Carta verso finalità di formazione e aggiornamento professionale in senso stretto, privilegiando corsi, master, libri e iniziative di formazione continua rispetto ai beni materiali. In altri termini, si tende a riportare la Carta del Docente al suo scopo originario: sostenere la crescita culturale e metodologica degli insegnanti, più che l’acquisto ricorrente di strumenti tecnologici.
La norma prevede, inoltre, che per chi ha già usufruito della Carta negli anni precedenti, la prima possibilità di acquisto rientri nell’anno scolastico 2025/2026, a partire dal quale decorrerà poi la cadenza quadriennale. Gli insegnanti dovranno quindi pianificare con attenzione l’utilizzo del bonus, valutando se destinare subito parte delle risorse a un nuovo dispositivo oppure rinviare l’acquisto per conservare la flessibilità su altri tipi di spesa.
Un’altra novità rilevante è l’estensione della Carta del Docente ai supplenti annuali fino al 30 giugno e al personale educativo, riconoscendo finalmente anche a queste categorie il diritto al bonus per la formazione. La misura, a lungo richiesta dalle organizzazioni sindacali e confermata dalle sentenze dei tribunali del lavoro, uniforma così il trattamento economico-formativo tra personale di ruolo e personale precario.
Va poi sottolineato che la Carta non avrà più un importo fisso di 500 euro, ma sarà determinata di anno in anno da un decreto interministeriale MIM-MEF in base al numero dei beneficiari e alle risorse disponibili. È un cambiamento strutturale: l’importo potrà oscillare, e sarà quindi necessario attendere la definizione dei criteri finanziari per il 2025/2026.
La riforma si inserisce in un contesto più ampio di digitalizzazione del sistema scolastico e di revisione delle modalità di spesa pubblica. L’obiettivo dichiarato è di assicurare un equilibrio tra libertà individuale del docente e controllo dell’amministrazione sulla finalità formativa degli acquisti. Tuttavia, non mancano le perplessità: molti insegnanti ritengono che limitare la possibilità di aggiornare il proprio hardware riduca l’efficacia della Carta, proprio in un momento storico in cui la didattica digitale, le piattaforme di apprendimento e l’uso delle tecnologie assistive richiedono dispositivi aggiornati con maggiore frequenza.
Sul piano operativo, le scuole saranno chiamate ad aggiornare le proprie procedure di rendicontazione e a informare tempestivamente i docenti sulle nuove regole. La piattaforma della Carta del Docente dovrà essere adattata per gestire automaticamente il vincolo quadriennale sugli acquisti di hardware e software, distinguendo tali voci dalle altre spese consentite (formazione, editoria, eventi culturali, corsi universitari, ecc.).
L’attenzione dovrà essere posta anche sulla corretta documentazione delle spese, in particolare per gli acquisti online, che dovranno riportare in fattura elettronica la voce specifica “Carta del Docente” e indicare il codice univoco generato dalla piattaforma. Ogni anomalia potrebbe comportare la revoca del beneficio o il recupero delle somme.
In prospettiva, la nuova regolamentazione rappresenta una sfida culturale prima ancora che amministrativa: la Carta del Docente diventa sempre più uno strumento da gestire in modo pianificato, con una visione pluriennale delle proprie esigenze formative e tecnologiche. Per il Ministero, è un passo verso una maggiore sostenibilità e controllo della spesa; per i docenti, una chiamata alla responsabilità e alla programmazione consapevole dei propri investimenti professionali.
La norma è stata approvata come emendamento, ma non tutte le fasi attuative sono ancora completate: l’entrata in piena operatività è prevista dall’anno scolastico 2025/26 e resta da definire ufficialmente tramite decreto la procedura effettiva.