Il Consiglio di Stato si esprime sui due regolamenti attuativi della Legge 150/2024: rilievi, proposte di riscrittura e dubbi sulla linea sanzionatoria adottata.
Il 13 giugno 2025 il Consiglio di Stato ha pubblicato due pareri fondamentali richiesti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, relativi ai regolamenti previsti dalla Legge 150/2024. Oggetto dell’esame: la revisione della disciplina sulla valutazione del comportamento delle studentesse e degli studenti, la tutela dell’autorevolezza del personale scolastico e la gestione degli indirizzi scolastici differenziati.
Due regolamenti, molte perplessità
I due pareri – riferiti agli schemi di DPR che modificano il DPR 122/2009 e il DPR 249/1998 – contengono numerosi rilievi, sia di ordine formale che sostanziale. Il Consiglio di Stato ha evidenziato l’esigenza di specificare limiti temporali, chiarire meglio criteri e requisiti per le strutture coinvolte nelle attività sanzionatorie ed educative e, in diversi casi, ha proposto la riscrittura completa di articoli normativi.
Le novità contestate
Nel merito, le modifiche al DPR 122/2009 stabiliscono:
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Non ammissione all’anno successivo o all’esame di Stato per chi ottiene un voto di comportamento inferiore a sei decimi;
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Obbligo di attività di approfondimento in cittadinanza attiva e solidale per chi ha un voto inferiore a sei decimi durante la valutazione periodica;
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Richiesta di elaborato critico da presentare entro l’inizio dell’anno successivo per chi ha un sei in condotta alla fine dell’anno: in caso di mancata presentazione o insufficienza, lo studente non sarà ammesso all’anno seguente.
Le modifiche al DPR 249/1998, invece, riformano l’istituto dell’allontanamento disciplinare, prevedendo che:
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Per sanzioni fino a due giorni, sia previsto un percorso di riflessione sulle conseguenze dei propri comportamenti;
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Per sanzioni oltre i due giorni, lo studente debba svolgere attività di cittadinanza solidale presso strutture del Terzo Settore convenzionate con l’istituto scolastico.
Una riforma che divide
Se da un lato il Ministero auspica un’attuazione già nel prossimo anno scolastico, dall’altro le critiche non mancano. Il Consiglio di Stato, pur non bocciando i testi, chiede maggiore chiarezza normativa e coerenza nella finalità educativa delle misure previste.
Il percorso verso una nuova disciplina della valutazione del comportamento appare ancora accidentato. I pareri del Consiglio di Stato, pur non fermando l’iter, ne ridisegnano i contorni suggerendo un equilibrio più attento tra autorevolezza, inclusività e funzione educativa della sanzione.