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Chi affronterà l’esame di maturità nel 2025 potrà essere ammesso anche in presenza di un’insufficienza in una disciplina, purché non riguardi il comportamento. A confermare che non ci sono cambiamenti rispetto alle regole previste per l'ammissione è una circolare inviata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito alle scuole, che chiarisce il contenuto dell’ordinanza ministeriale del 31 marzo.

Questa ordinanza, essendo attuativa del decreto legislativo n. 62 del 2017, non modifica le norme già in vigore: resta dunque la possibilità, per il consiglio di classe, di ammettere all’esame uno studente che non abbia raggiunto la sufficienza in una materia, a patto che la decisione sia adeguatamente motivata.

Nessun passo indietro, precisa il Ministero

In risposta a una lettura distorta della circolare, apparsa su un sito di informazione, il Ministero ha smentito con decisione la presunta "retromarcia" sui criteri di ammissione. In una nota ufficiale, si parla chiaramente di “fake news” e si ribadisce che non vi è stato alcun cambiamento improvviso o inaspettato.

La comunicazione ministeriale richiamata nella polemica, firmata dal Direttore generale degli ordinamenti scolastici, è nata solo per fornire chiarimenti richiesti da alcune scuole. Ribadisce che la recente legge n. 150 del 2024 riguarda esclusivamente il peso del voto in condotta ai fini dell’accesso all’esame, e non introduce novità per quanto riguarda le valutazioni nelle singole discipline.

Condotta: con meno di 6 si resta fuori

L’unico vero elemento di novità introdotto dalla riforma Valditara riguarda proprio il comportamento: da quest’anno, chi otterrà un voto inferiore a sei in condotta sarà automaticamente escluso dall’esame. Per chi raggiunge appena la sufficienza (6 decimi), è previsto invece un approfondimento: lo studente dovrà presentare un elaborato critico, da discutere durante il colloquio orale, sul tema della cittadinanza attiva e solidale.

I criteri ufficiali di ammissione

Come stabilito dal decreto legislativo 62/2017, modificato dalla legge 150/2024, saranno ammessi agli esami di Stato gli studenti che:

  • abbiano riportato almeno sei decimi in ogni disciplina (o gruppo di discipline valutate con voto unico),
  • abbiano ottenuto almeno sei decimi nel comportamento.
  • abbiano ottenuto almeno sei decimi nel comportamento.

In presenza di un’insufficienza in una disciplina, il consiglio di classe ha comunque facoltà di ammettere lo studente, a condizione che la decisione sia accompagnata da una motivazione formale.

Nel caso dell’insegnamento della religione cattolica (o delle attività alternative), i relativi voti seguono le modalità già previste dal DPR 751/1985. Se questi voti risultano determinanti per l’ammissione, devono essere accompagnati da un giudizio motivato e verbalizzato.

In sintesi

Non cambia dunque la possibilità di essere ammessi all’esame anche con un’insufficienza, purché non si tratti della condotta. L’allarmismo generato da alcune interpretazioni errate è stato prontamente smentito dal Ministero, che invita a una lettura attenta e oggettiva delle circolari ufficiali.