II 16 novembre i sindacati e l'Aran hanno sottoscritto l'ipotesi di accordo collettivo nazionale quadro in materia di costituzione delle rappresentanze sindacali unitarie per il personale dei vari comparti delle pubbliche amministrazioni e per il regolamento elettorale. Successivamente alla firma definitiva si terranno le elezioni nella varie RSU tra fine marzo e inizio aprile, salvo che non venga disposta un'ulteriore proroga per ragioni epidemiologiche.

Alle elezioni possono partecipare tutte le organizzazioni sindacali che abbiano aderito all'accordo quadro e per poter esercitare determinate prerogative sindacali è necessario tasso minimo del 5%. Il calcolo del peso sindacale si ottiene facendo la media tra il numero degli aderenti al sindacato (sono considerati validi solo gli iscritti con delega in busta paga risultante presso il ministero dell'economia) e il numero dei voti riportati alle elezioni delle Rsu. Come risaputo il raggiungimento del tasso di rappresentatività del 5% dà titolo all'accesso alle prerogative sindacali: distacchi, aspettative, permessi e, soprattutto, dà diritto ad accedere ai tavoli di contrattazione sia a livello nazionale che a livello decentrato.
I sindacati rappresentativi hanno diritto anche a partecipare alla contrattazione integrativa di istituto, tramite i rappresentanti territoriali. Ciò vale anche se non siano in grado di vantare rappresentanti eletti nella Rsu di istituto.In ogni caso, la funzione della presenza dei rappresentanti territoriali dei sindacati rappresentativi al tavolo negoziale di istituto è solo quella di garantire la coerenza tra le pattuizioni adottate a livello di istituto con le previsioni generali contenute nei contratti collettivi nazionali. Dunque, più che di una presenza attiva in quanto parte in senso stretto, il sindacato rappresentativo accede alla contrattazione integrativa di istituto con una funzione di garanzia e costituisce un punto di equilibrio oltre che di tutela in favore del cosiddetto contraente debole (i lavoratori).

Secondo gli ultimi rilevamenti effettuati dall'Aran e pubblicati il 19 novembre scorso, i sindacati del comparto istruzione e ricerca (di cui fa parte la scuola) che vantano il requisito della rappresentatività sono 6: Cisl. Cgil, Uil, Snals, Gilda-Unams e Anief. La Cisl vanta 168.702 iscritti, pari al 25,58% del totale e 216.610 voti alle Rsu, che costituiscono il 23,88% dei voti totali. Dalla media tra il primo e il secondo dato risulta, dunque, che la Cisl abbia un tasso di rappresentatività sindacale del 24,73%. Segue la Cgil con 141.372 iscritti (21,43%) e 241.253 voti (26,59%) con una media pari al 24,01% di rappresentatività. Al terzo posto la Uil: 96.210 iscritti (14,59%) e 150.708 voti (16,61%) pari ad una media del 15,60%. Quindi lo Snals: 97.606 iscritti (14,80%) e 113.485 voti (12,51%) pari ad un tasso di rappresentatività del 13,65%. Poi la Gilda con 65.617 iscritti (9,95%) e 77.331 voti (8,52) con una rappresentatività del 9,24%. Infine, l'Anief: 41.125 iscritti (6,24%) e 55.238 voti (6,09%) pari ad un tasso di rappresentatività del 6,16%. Primo tra i sindacati non rappresentativi l'organizzazione sindacale Cobas, che vanta 7.267 iscritti (1,10%) e 19.349 voti (2,13%) pari ad un tasso di rappresentatività dell'1,62%. Dietro i Cobas una galassia di microsindacati con tassi di rappresentatività al di sotto dell'1%.